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Le cooperative sociali chiedono più risorse per la rigenerazione dei beni confiscati alle mafie

Rigenerare un bene confiscato in una comunità significa, per la cooperazione sociale, contribuire all’affermarsi della cultura della legalità, ma soprattutto vuol dire concorrere alla creazione di lavoro e alla produzione di ricchezza sociale ed economica per il territorio su cui i beni insistono.

Il 16 settembre, in un webinar di approfondimento sul Bando dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, le cooperative aderenti a Legacoopsociali hanno sottolineato l’importante passo avanti fatto con il bando, rivolto direttamente agli Enti del Terzo Settore, per accelerare i percorsi di affidamento e promuovere collaborazioni virtuose sui territori, ma hanno rimarcato la necessità di maggiori risorse a disposizione per incentivare ed accompagnare una progettazione che possa appieno essere sostenibile dal punto di vista economico e finanziario oltreché sociale e ambientale.

Sono intervenuti, insieme a Marta Battioni, presidenza nazionale Legacoopsociali con delega ai beni confiscati e alla presidente nazionale Eleonora Vanni, Maria Rosa Turchi – Funzionaria dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati, Michela Mariconda – Area Istruttoria e Sviluppo CFI – Cooperazione Finanza Impresa, Carlo Borgomeo – Presidente Fondazione Con il Sud – che hanno offerto, oltre a informazioni sul Bando e sulle opportunità di altri strumenti di sostegno, alcuni importanti spunti di riflessione politica sulla tematica e sui possibili sviluppi. Le coop sociali già coinvolte nella gestione di beni confiscati hanno condiviso esperienze positive e le criticità.

Raccogliendo le istanze e facendo perno sulle esperienze, la presidente Vanni, a nome di Legacoopsociali, è intervenuta per “condividere e sostenere la proposta già avanzata nei giorni scorsi, e riproposta in questa occasione dal presidente della Fondazione con il Sud, di incrementare in misura considerevole le risorse del Bando recuperandole dal Fondo Unico Giustizia nel quale confluiscono peraltro somme di denaro e titoli confiscati e versati al Fondo dalla medesima Agenzia”.

Si tratterebbe di un investimento importante per lo sviluppo di beni comuni nei territori nonché delle attività dell’economia sociale, oggi più che mai un soggetto fondamentale della ripresa e dello sviluppo sostenibile di questo paese.

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