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Legacoop > CAMPANIA – Lusetti: “Al Sud dalla classe politica errori delittuosi, non possiamo concedere più tempo”

Napoli, 26 novembre 2014 – Un’assemblea partecipata quella dell’11°Congresso di Legacoop Canpania. Tanti i temi al centro del dibattito: dal valore della cooperazione e l’unità cooperativa, all’importanza dell’impresa come patrimonio da difendere e sostenere; dalle politiche della Regione Campania, con luci ed ombre, alle proposte di Legacoop sui fondi europei, politiche sociali, ambientali, culturali e del lavoro. Non ultima quella del ricambio dei gruppi dirigenti nell’ottica di un riequilibrio generazionale e di genere.

 

“La cooperazione – ha detto Mario Catalano,riconfermato con voto unanime presidente– pur nel contesto del protrarsi della crisi economica, si conferma come uno strumento di difesa di interessi primari: lavoro, casa, cultura e tutela della qualità e del potere d’acquisto”. Al 31 dicembre 2012, Legacoop Campania associava 428 cooperative attive, con circa 100.000 soci, 5.000 addetti ed un valore della produzione di 985 milioni di euro. “Anche se i primi dati sui bilanci 2013 offrono risultati mediamente migliori rispetto a quelli del 2012, non vediamo una chiara inversione di tendenza” – ha commentato Catalano – “Il complesso delle nostre cooperative è ancora molto forte, soprattutto nel comparto agricolo e del commercio, ma complessivamente in calo, pur segnalando vitalità e capacità di reagire alla crisi”.

 

“Il Paese non riparte se non siamo in grado di mettere insieme progetti che servano alla crescita del territorio”, ha detto il presidente Legacoop Mauro Lusetti nel suo intervento conclusivo. E sull’attualità politica nazionale chiede al governo di fare presto sulle riforme, “se pur alcuni correttivi andrebbero introdotti”, sottolineando come su lotta all’evasione fiscale e sulle liberalizzazioni sia necessario attivarsi se si vuole dare un segnale di svolta al Paese. “La legalità, nell’agire d’impresa è per i cooperatori intimamente connessa all’agire sociale -ha sottolineato- ed il fattore tempo è una variabile non trascurabile. Tempo che non possiamo concedere neppure più alla politica, specie alla classe dirigente del Mezzogiorno “che ha commesso errori delittuosi” e rispetto alla quale occorre chiedere  senza mezzi termini una forte riforma della macchina amministrativa e un indispensabile ricambio della classe dirigente”.

 

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