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Legacoop > Open group, la cooperativa ‘una e trina’ che fonde cultura e sociale

Roma 26 febbraio 2014 – Quando sono chiari i valori di fondo un’emittente radiofonica può non essere così diversa da un centro diurno. E una biblioteca può stare assieme a una comunità di recupero. Cultura e sociale insieme, per “stare sul territorio con una certa sensibilità”, come spiega il presidente. Lavorando “per il benessere della comunità”. E così anche le cooperative che si occupano di questi aspetti, solitamente ben distinti, possono convolare a nozze e divenire un’unica società.

 
foto-voli-2Succede a Bologna dove tre cooperative, solide e in salute, si sono fuse dando vita a un’unica impresa. Voli Group, La Rupe e Coopas sono ora Open Group, una realtà con 480 lavoratori (il 90% assunto a tempo indeterminato), 350 soci e un giro d’affari da circa 16 milioni l’anno, maturati in ben otto settori: dipendenze, tutela dei diritti, inserimento lavorativo, servizi educativi, patrimonio culturale, informazione, comunicazione e disabilità. Compresa un’emittente radiofonica, Radio Città del Capo, presenza storica nell’etere bolognese.

 

“Siamo abituati a pensare che le fusioni nascano per un salvataggio – spiega Roberto Lippi, presidente di Voli Group – per noi è stato esattamente il contrario. Abbiamo deciso di metterci insieme per fare un salto di qualità, ovvero per unire le competenze, moltiplicare le opportunità, fare economia di scala e partecipare alla vita dei territori. Abbiamo accettato di mettere in gioco ognuno un pezzo del proprio passato, di pensare ai tanti vantaggi che la fusione offre”.

 
Se unire le forze vuol dire acquisire una maggiore solidità e capacità imprenditoriale, i risultati si son visti subito. “Grazie alle relazioni e alle competenze di ciascuno – racconta Lippi – abbiamo vinto subito due gare: lavori per un totale quasi di 1 milione di euro”. Open Group è riuscita ad integrare cultura sociale ed editoria superando gli steccati e condividendo le prospettive con i soci. “In un territorio dove svolgevamo diverse attività –sottolinea – unirci ha voluto diresvolgere insieme attività per i giovani, per il benessere della comunità, allargando il raggio di azione. Abbiamo ottenuto un consenso ampio da parte dei soci presentando le opportunità garantite dal progetto”.

 
Le tre cooperative hanno dimostrato che è possibile cambiare pelle e mettersi in rete, rinunciare al proprio marchio per valorizzare le radici, la storia e i valori in comune. “Crediamo che il ruolo della radio non sia diverso da quello di un centro diurno. In comune c’è la capacità di stare sul territorio con una certa sensibilità – spiega Lippi – da qui l’integrazione, per promuovere una nuova idea di comunità, cercando nuove forme di collaborazione, di impresa e investendo energie e intelligenze per creare e mantenere occupazione, producendo i cambiamenti in cui crediamo”.

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