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Quando l’economia diventa pace: a Perugia la tappa umbra della Biennale dell’Economia Cooperativa

Si è svolto presso la Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia il convegno “Per l’Economiæ della pace”, promosso da Legacoop Umbria nell’ambito di “Verso la Biennale dell’Economia Cooperativa”, il percorso di confronto e approfondimento che attraversa l’Italia in vista della Biennale nazionale dedicata alla cooperazione che si chiuderà a Milano nel 2026. L’iniziativa ha posto al centro un messaggio chiaro e urgente: l’economia può e deve essere motore di pace. Un concetto attuale e concreto, in un tempo in cui – come ha ricordato il presidente Danilo Valenti nella sua relazione introduttiva – “nel mondo sono ancora attivi 56 conflitti, e il costo economico globale ha superato nel 2024 i 2.720 miliardi di dollari, il dato più alto dalla fine della guerra fredda”.
Un paradosso, ha aggiunto, “perché le nostre società spendono più per distruggere che per costruire, mentre i settori fondamentali come sanità, istruzione e servizi sociali restano sottofinanziati. È tempo di ribaltare questa logica: liberare risorse dai conflitti e investirle nel dialogo, nella cooperazione e nello sviluppo sostenibile”.

La scelta di Legacoop di rendere itinerante la Biennale rappresenta un’occasione di confronto tra istituzioni, politica, economia, mondo accademico e società civile, per capire quale ruolo la cooperazione può e deve svolgere. Già l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2025 “Anno internazionale delle cooperative”, riconoscendo il modello cooperativo come uno degli strumenti più efficaci per il benessere collettivo.

La tappa umbra ha visto una grande partecipazione e un dibattito articolato in tre panel tematici, tutti legati da un unico filo conduttore: la ricerca di modelli economici fondati sulla pace.

Il primo panel, ha messo a confronto gli analisti Fabrizio Maronta di Limes e Greta Cristini, che hanno offerto una chiave di lettura geopolitica sulle instabilità globali e i loro effetti sui mercati. Si è parlato di Gaza e del primo passo verso la pace, ma resta una grande incertezza su molti punti, da entrambe le parti.

Il secondo panel, “Economia della pace”, ha visto gli interventi di Teresa Masciopinto, Presidente della Fondazione Finanza Etica, dell’economista Raul Caruso dell’Università Cattolica di Milano e di Flavio Lotti e del presidente della Fondazione PerugiAssisi promotrice della Marcia della pace. In questo ragionamento si è ricordato che la pace è l’effetto vero della democrazia, sottolineando come il suo indebolimento inizi quando scompaiono i corpi intermedi e il potere si allontana dalle persone.

Nel panel conclusivo, hanno dialogato la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, Jean Fabre della Task Force ONU, fra Giulio Cesareo del Sacro Convento di Assisi e il presidente nazionale di Legacoop Simone Gamberini. Qui c’è stato un richiamo alla pace che deve essere costruita dai popoli, non solo dai governi. Una sottolineatura è andata sul valore del bene comune che si attua come crescita degli ultimi, e la cooperazione nasce proprio per rispondere ai bisogni delle persone e restituire umanità all’economia. Nel suo passaggio il presidente nazionale di Legacoop Simone Gamberini ha ribadito che: “Noi siamo per l’inclusione. Siamo per la costruzione di un mondo che abbia nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica i suoi punti di riferimento. E oggi lo scenario vede la cooperazione fra i principali costruttori di pace, con un modello economico e di sviluppo che mette al centro le persone”.

I lavori sono stati coordinati dal giornalista Rai Roberto Vicaretti ed hanno ricevuto il saluto del presidente dell’assemblea legislativa Sarah Bistocchi.

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