Cooperazione sociale e familiari chiedono pari trattamento per tutti i cittadini umbri che vivono nei Gruppi appartamento e nelle Unità di convivenza
In questo momento le persone che usufruiscono di Gruppi appartamento o Unità di Convivenza del comparto Salute Mentale afferenti alla USL Umbria 2 sono chiamati a compartecipare ai costi delle rette, segnatamente alla quota di carattere sociale, indipendentemente dal livello di intensità della prestazione che ricevono. Questo accade in seguito all’applicazione del Regolamento Regionale n. 2/2022, che ha definito gli standard delle strutture sanitarie e socio-sanitarie di assistenza territoriale extra-ospedaliera e ha introdotto la compartecipazione a carico degli utenti dei Gruppi appartamento e delle Unità di convivenza, persone fragili con disagio psichico.
Il regolamento viene applicato in maniera disomogenea nei diversi territori regionali, causando un effetto a macchia di leopardo e di fatto contravvenendo al principio di garanzia per tutti i cittadini di uguali Livelli Essenziali di Assistenza. Inoltre il regolamento viene applicato nel caso in cui il Gruppo appartamento o l’Unità di convivenza è a titolarità di un ente di Terzo settore o di un privato mentre è disapplicato nei casi in cui la titolarità dei servizi è dell’Azienda USL.
La situazione è ancora più critica perché i cittadini economicamente fragili che usufruiscono dei Gruppi appartamento e delle Unità di convivenza si vedono, in molti casi, negato, il supporto dei Comuni che dovrebbero farsi carico della quota di compartecipazione che i cittadini non possono pagare.
In questi anni le cooperative sociali, che da decenni gestiscono queste strutture, stanno facendo fronte alla mancata compartecipazione da parte di famiglie indigenti ed ai mancati pagamenti da parte dei comuni, mettendo a dura prova la loro sostenibilità e rischiando di impoverire la qualità dei servizi erogati e la sopravvivenza delle strutture stesse.
Ricordiamo infine che le “Unità di Convivenza” e i “Gruppi appartamento” sono strutture che operano per costruire e mantenere costanti i livelli di autonomia delle persone che assistono, affrancando le famiglie dall’onere dell’assistenza e garantendo buoni livelli di vita ai pazienti psichiatrici anche in assenza di famiglie di riferimento.
Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà Umbria e Unasam Terni chiedono con forza: di garantire a tutti i cittadini e le cittadine umbre pari diritti e pari condizioni di accesso ai servizi di salute mentale; di assicurare che tutti i comuni umbri paghino la quota di loro competenza delle rette degli utenti psichiatrici indigenti; di modificare la norma che ha introdotto la compartecipazione degli utenti dei Gruppi appartamento e delle Unità di convivenza. Per fare questo chiedono alla Regione Umbria di attivare un tavolo di confronto con ANCI Umbria, la cooperazione sociale e le associazioni che rappresentano gli utenti con l’obittivo di rivedere entro l’anno il Regolamento Regionale 2/2022.