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Legacoop > COOPERAZIONE – Nella crisi il saldo nate/morte è otto volte migliore rispetto alle altre imprese

Roma, 24 settembre 2014 – La mortalità? Dimezzata rispetto alle altre forme d’impresa. Il tasso di natalità? Di poco inferiore alle altre. Il risultato è che l’indice di crescita delle cooperative anche durante gli anni della crisi è rimasto più o meno otto volte superiore alla media nazionale. Lo racconta l’ultimo numero di “Note e commenti” dei Centri studi dell’Alleanza delle Cooperative. Un risultato non trascurabile, se si pensa ad esempio che solo poche settimane fa era uscita la notizia che ogni negozio che apre in Italia due abbassano per sempre la saracinesca.

 

Tra le cooperative quelle che nascono son sempre di più di quelle che non ce la fanno. IL tasso di natalità è rimasto, infatti, stabile dal 2009 al 2013, oscillando tra il 5,1% e il 5,3% raggiunto l’anno scorso. In media un punto percentuale sotto il risultato ottenuto, negli stessi anni, dalle altre forme d’impresa. Ma a far la differenza è il tasso di mortalità, mai salito sopra il 3,4% del 2009, caduto nel 2012 al 2,9% e attestatosi l’anno scorso al 3,3%. Percentuali ben più basse rispetto alle altre imprese, che nello stesso periodo hanno oscillato tra il 5,6 e il 6,2% dell’anno scorso.

 

Il risultato finale è un saldo che per le cooperative non solo è sempre rimasto positivo, ma ha oscillato dall’1,7% del 2009 al 2,3% del 2012, per attestarsi all’1,9% l’anno scorso. Il dato medio nazionale delle altre forme d’impresa? Sempre più basso. Molto più basso: nel 2009 era lo 0,2% e a quel livello è tornato l’anno scorso, dopo aver raggiunto il picco dell’1,2% nel 2010. A soffrire, nella cooperazione, sono le sociali, che da tre anni registrano un saldo negativo essendo più quelle che decidono di chiudere che quelle che s’arrischiano ad aprire.

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