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UE, RIFIUTI DI IMBALLAGGIO E USO DEI FITOFARMACI, LE COOPERATIVE DI ITALIA, FRANCIA E SPAGNA CHIEDONO CAMBIAMENTI RADICALI

In un incontro organizzato dalla parlamentare francese Irène Tolleret al Parlamento europeo, ribadito giudizio negativo delle nuove proposte legislative della Commissione

Un cambiamento radicale nell’approccio delle proposte legislative sulla riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari e su nuovi standard di imballaggio. È quanto hanno chiesto le cooperative ortofrutticole di Francia, Italia e Spagna nel corso di un incontro molto partecipato svoltosi al Parlamento europeo, promosso e organizzato dall’europarlamentare francese Irene Tolleret. I rappresentanti delle principali cooperative ortofrutticole dei tre Paesi produttori hanno illustrato agli eurodeputati presenti all’incontro i numerosi progressi che il settore ortofrutticolo europeo ha già compiuto nella riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e nell’ottimizzazione dell’uso degli imballaggi e del loro riutilizzo. La parlamentare francese Tolleret (del gruppo Renew Europe Group) ha commentato: “Dobbiamo ascoltare la voce dei produttori di frutta e verdura, che ci forniscono cibo sano. Ridurre la produzione nell’Unione europea significherebbe aumentare le importazioni da Paesi terzi, che rispettano standard ambientali e sociali inferiori a quelli europei. Va ribadita l’importanza della sovranità alimentare europea“.

Le organizzazioni cooperative hanno ribadito il loro netto giudizio negativo sulle proposte normative presentate dalla Commissione europea derivanti dalla strategia Farm to Fork, a partire dal nuovo divieto di utilizzo degli imballaggi per le confezioni inferiori a 1,5 kg, definito “arbitrario, sproporzionato e discriminatorio”.

Le cooperative hanno dimostrato, con prove concrete basate sulla loro esperienza, che l’imballaggio continua a essere fondamentale per portare sul mercato prodotti deperibili come frutta e verdura, soddisfacendo le aspettative dei consumatori in termini di qualità, sicurezza e prezzo. L’imballaggio svolge inoltre una serie di funzioni che vanno dalla protezione del prodotto dai danni al prolungamento della durata di conservazione e alla corretta informazione dei consumatori sul metodo di produzione, sul Paese o sulla regione di origine. Le nuove regole contraddicono anche altri obiettivi considerati strategici dalla stessa Commissione, come la riduzione degli sprechi alimentari, la promozione del consumo di frutta e verdura come base di una dieta sana e l’aumento del valore e della differenziazione dei prodotti ortofrutticoli. Per questo motivo le cooperative hanno chiesto un regolamento comune dell’UE basato su basi scientifiche, anziché sulla percezione, e orientato alla riduzione, alla razionalizzazione, alla migliore gestione degli imballaggi e non a un drastico divieto che punisca ingiustamente il settore ortofrutticolo.

Per quanto riguarda la riduzione del 50% dell’uso dei prodotti fitosanitari, si tratta di un’ipotesi “irrealistica e non realizzabile a livello economico, perché non si basa su alcun dato scientifico e non tiene conto degli sforzi già compiuti, né dei vari studi di impatto che convergono tutti nel prevedere un inevitabile calo della produzione”. È quindi necessario che l’Europa abbandoni la sua “strategia punitiva e burocratica” e punti invece a salvaguardare “un’agricoltura europea competitiva e la sovranità alimentare dei suoi consumatori, evitando le importazioni da Paesi terzi meno sostenibili”.

Cosa chiedono le cooperative europee? In primo luogo, tempi più lunghi che vadano ben oltre l’orizzonte temporale del 2030, la realizzazione di studi d’impatto adeguati e completi e l’effettiva disponibilità di strumenti alternativi che la scienza e la ricerca saranno in grado di mettere a disposizione del settore, insieme alle nuove tecnologie (nuove tecniche genomiche, applicazione di droni, varietà più resistenti, ecc.) In secondo luogo, la Commissione dovrebbe evitare l’ingresso nell’UE di qualsiasi prodotto ortofrutticolo proveniente da un Paese in cui è consentito l’uso di prodotti fitosanitari vietati nell’UE e mettere in pratica “il principio di reciprocità” attraverso un regolamento ad hoc. 

Le cooperative hanno inoltre colto l’occasione dell’incontro per ricordare al Parlamento europeo il difficile momento che sta attraversando il settore agricolo e ortofrutticolo, sotto stress a causa di eventi climatici (gelate nel 2022, siccità e alluvioni nel 2023), squilibri di mercato e aumento dei costi di produzione come conseguenza delle varie crisi geopolitiche o sanitarie che hanno colpito l’UE (Brexit, guerra in Ucraina, post Covid), fattori che incidono negativamente sul reddito degli agricoltori e delle loro cooperative.

Data la precisa situazione del settore e dei mercati, la Commissione “dovrebbe astenersi dall’introdurre politiche comunitarie eccessive che finiscono per generare costi aggiuntivi”.

Attraverso i loro portavoce Jean Michel Delannoy (FELCOOP), Davide Vernocchi (Alleanza Cooperative Italiane settore ortofrutta) e José Manuel Fernandez (Cooperativas Agro-alimentarias de España), le cooperative hanno espresso l’auspicio che la Commissione Ambiente del Parlamento europeo, incaricata di esaminare i due dossier, prenda in considerazione le richieste espresse nei previsti pareri della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.

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